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La causa prima in grado di spiegare il ritardo di Napoli e del Mezzogiorno è la disorganizzazione. Non immobilità o assenza di energie vitali, non carenza d’imprenditorialità, assenza di idee o mancanza di giovani vogliosi di incidere sulle dinamiche territoriali. E per disorganizzazione qui non s’intende nemmeno assenza di realtà operative, ma incapacità di plasmare il contesto meridionale con logiche indirizzate a cittadini e istituzioni, improntate ai princìpi dell’efficacia e della performance istituzionale. Perché di organizzazioni e di associazioni nate dal basso, per iniziativa di singoli e di gruppi, ne esistono in quantità davvero impressionate, sebbene soltanto in pochi casi si riesca ad apprezzare la loro ricaduta positiva a livello generale. Questo numero di «Grazie del pensiero», la newsletter di Think Thanks, si è focalizzato sulle fondazioni, ritenendole un formato organizzativo evoluto e in grado di incidere in termini migliorativi sul contesto di riferimento (Napoli e provincia). Si tratta di una ricerca che prova a sistematizzare e interpretare i dati messi a disposizione dagli enti deputati alla tenuta degli albi fondativi di Regione Campania e Prefettura, con importanti approfondimenti valutativi sulla comunicazione istituzionale di un’ottantina di fondazioni. L’immagine complessiva mostra un territorio vivace, ricco di organizzazioni, dotato di risorse (competenze, disponibilità dei privati a finanziare, finanziamenti pubblici, territori in cui operare) e iniziative, sebbene in qualche caso le attività fondative passino troppo facilmente dalla sperimentazione istituzionale all’improvvisazione. La ricerca ha provato a rispondere ad alcune macrodomande: esistono le fondazioni? Quante sono? Come si manifestano? Quali sono le mission prevalenti? Come stanno cambiando? Quali forme di comunicazione istituzionale adoperano? Cosa possono
fare i cittadini per incrociarle? Come possono le fondazioni migliorare e intensificare il rapporto con il pubblico e l’utenza? Per provare a trovare delle risposte sono state incrociate informazioni derivanti da rilevazioni statistiche con quelle ottenute attraverso interviste in profondità a dirigenti fondativi, che hanno consentito ai ricercatori Think Thanks di entrare in contatto con le singole organizzazioni nelle loro sedi, in rapporto diretto con i responsabili di talune strutture.

Scarica la newsletter Grazie del Pensiero n. 3

Think Thanks, società napoletana di ricerca e comunicazione, ha chiesto a giovani tra i 20 e i 30 anni di raccontare un’esperienza culturale vissuta in prima persona. Lo ha fatto ancora una volta attraverso un crowdsourcing, con un avviso di partecipazione pubblicato sul suo profilo facebook. La traccia faceva riferimento al “consumo culturale” inteso come vasta gamma di comportamenti: come la visita in un museo; la visione di una pellicola; l’ascolto di un brano musicale; la lettura di un libro (giornale, fumetto rivista); la visione di uno spettacolo o di una performance artistica, di un programma televisivo, di un’opera d’arte, di una pubblicità; la partecipazione a un concerto, a un festival musicale, a un rave, a una manifestazione sportiva; l’adrenalina provocata dalla playstation; una passeggiata in un centro storico o la visione di un panorama; un mercatino o l’acquisto in un megastore. Sono stati selezionati 18 interventi che raccontano in modo personale situazioni vissute con intensità emotiva. La scelta editoriale è stata quella di far scorrere all’interno della newsletter le tante narrazioni proposte lasciando al Responsabile comunicazione ThTh l’onere e l’onore di analizzare e commentare il contenuto generazionale dei contributi raccolti. È una iniziativa slow marketing che invita i consumatori a rallentare i tempi di consumo, concedendosi il privilegio di analizzare i propri comportamenti e offrire per una volta questa rappresentazione in pubblico. Nel racconto si nasconde la qualità dell’informazione. Compito di Think Thanks è trasformare le informazioni in conoscenze.

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Think Thanks, società napoletana di ricerca e comunicazione, ha chiesto a 14 ricercatori italiani di analizzare le recenti elezioni regionali. Si tratta di una rassegna che copre tutte le regioni interessate dalla tornata elettorale appena conclusa con approfondimenti critici su Veneto, Puglia, Piemonte, Toscana, Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Calabria, Campania, Basilicata.
La rassegna dei casi e gli approfondimenti tematici consentono di mantenere il doppio livello analitico, osservando aspetti particolari dei contesti locali e al contempo analizzando in modo trasversale in tutte le regioni i temi dell’antipolitica, dell’astensionismo, delle liste civiche collegate ai candidati presidenti.
Negli articoli proposti si registrano i cambiamenti intervenuti nel sistema politico regionale, ancora troppo dipendenti dal dibattito nazionale, dalla sua agenda e dai suoi conflitti.
Le regioni, nonostante il clima federalista, stentano ad affermarsi come arene indipendenti, privando i cittadini di un punto di osservazione dal quale valutare le importanti politiche pubbliche regionali tanto decisive nella vita quotidiana di tutti noi. Grandi temi, ideologie, identità politiche, coalizioni sovrastano le scelte imperative prese dai tanti governanti regionali negli ultimi dieci anni.

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Speciale sulla società civile dall’associazionismo alle reti di associazioni.

Sono circa 150 le organizzazioni in rete con Think Thanks, il 90% appartengono al variegato mondo dell’associazionismo napoletano e campano. La rete di contatti associativi è il frutto di 3 anni di intenso lavoro di studio, analisi e ricerca sulla società civile meridionale. In verità le ricerche concluse fanno riferimento prevalentemente all’associazionismo napoletano, ma non mancano partner nel resto della regione, oltre che a livello nazionale e internazionale. Abbiamo costruito una rete di contatti, cosa ben diversa da una rete vera e propria, al cui interno circolano risorse materiali e immateriali. Ma cominciamo a intravedere i primi frutti di un investimento straordinario di energie intellettuali, tanto da sperare in un futuro ricco di occasioni organizzative. Inutile girarci troppo intorno, se vogliamo guardare alla rete come a un meccanismo organizzativo dobbiamo immettere al suo interno incentivi di partecipazione: visibilità, gettoni presenza, informazioni strategiche, partenariati, costruzione di eventi, attività di sensibilizzazione, competenze. Le nostre ricerche ci dicono che la questione meridionale consiste prima di tutto in un ritardo di natura organizzativa, che può essere colmato soltanto con l’azione concertata dei soggetti leader, nella misura in cui questi sono in grado di creare una scia vantaggiosa, un indotto, con ricadute positive anche a favore delle organizzazioni più piccole e meno centrali. Potrebbe trattarsi di una rete associativa che non teme il mercato, che decide di affiancarlo al sociale per creare un sistema di opportunità reciproche.

Grazie del pensiero n.0